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C. Giron-Panel/ A.-M. Goulet (Hg.), La musique à Rome au XVIIe siècle : études et perspectives de recherche, Rom 2012.

 

A.-M. Goulet/G. zur Nieden (ed.), Europäische Musiker in Venedig, Rom und Neapel / Les musiciens européens à Venise, Rome et Naples / Musicisti europei a Venezia, Roma e Napoli 1650-1750, Kassel 2015 (= Analecta Musicologica 52).

 

Nazione, Patronage e carriere

25.03.2010, 11:00 - 13:00 Uhr  | EFR
Arnaldo Morelli

Durante l’età moderna Roma, quale sede della più importante corte italiana, fu un luogo capace di esercitare uno straordinario potere di attrazione, perché offriva molteplici opportunità di avanzamento del proprio status o della propria carriera a chi, per censo o per meriti, fosse in grado di coglierle. Nazione e, soprattutto, patronage sono le parole-chiave che, meglio di altre, permettono di cogliere quei fili invisibili ma tenaci che guidavano le carriere e determinavano i destini dei musicisti non diversamente da quelli di altri uomini e donne che agivano in quello scenario. Il seminario intende dunque mostrare l’importanza di questi due elementi attraverso la rilettura di alcune significative biografie di musicisti.

 


 

Bibliografia

Ago, Renata
- Carriere e clientele nella Roma barocca
Roma-Bari, Laterza, 1990,
- La feudalità in età moderna
Roma-Bari, Laterza, 1998.

Annibaldi, Claudio
- Il mecenate ‘politico’: ancora sul patronato musicale del cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621)
in Studi Musicali XVI (1987), pp. 33-93, e XVII (1988), pp. 101-178
- Introduzione a La musica e il mondo. Mecenatismo e committenza musicale in Italia tra Quattrocento e Settecento
a cura di Claudio Annibaldi, Bologna, Il Mulino, 1993, pp. 9-43
- Towards a theory of musical patronage in the Renaissance and Baroque: the perspective from anthropology and semiotics, in Recercare X
1998, pp. 174-180
- Frescobaldi’s Early Stay in Rome (1601-1607)
in Recercare XIII, 2001, pp. 97-124

Biagioli, Mario
Galileo, courtier. The practice of science in the culture of absolutism
Chicago, University of Chicago Press, 1993

Brown, Howard M.
Recent research in the Renaissance: criticism and patronage, in Renaissance quarterly
LX, 1987, pp.1-10

Chater, James
Musical Patronage in Rome at the Turn of the Seventeenth Century: the Case of Cardinal Montalto
in Studi Musicali XVI (1987), pp. 179-227

Commendone, Giovanni Francesco
Discorso sopra la corte di Roma
[ca. 1555] ed. mod. a cura di Cesare Mozzarelli, Roma, Bulzoni, 1996

Elias, Norbert
Die höfische Gesellschaft
Darmstadt-Neuwied, Luchterhand, 1975 (trad. it. La società di corte, Bologna Il Mulino, 1980)

Hammond, Frederick
- Cardinal Pietro Aldobrandini, Patron of Music
in Studi Musicali XII, 1983, pp. 53-66
- Music & Spectacle in Baroque Rome. Barberini Patronage under Urban VIII
New Haven-London, Yale University Press, 1994.

John Walter Hill
Roman Monody, Cantata and Opera from the Circles around Cardinal Montalto
Oxford, Clarendon, 1997.

Morelli, Arnaldo
Una cantante del Seicento e le sue carte di musica: il «Libro della signora Cecilia»
in «Vanitatis fuga, aeternitatis amor». Wolfgang Witzenmann zum 65. Geburtstag, a cura di Sabine Ehrmann-Herfort e Markus Engelhardt, Laaber, Laaber-Verlag, 2005, pp. 307-327 (Analecta Musicologica 36)

Nussdorfer, Laurie
Civic Politics in the Rome of Urban VIII
Princeton, Princeton University Press, 1992.

Sherr, Richard
intervento in Rivista Italiana di Musicologia XXII
1987

 



Resoconto

Nella terza seduta del seminario Arnaldo Morelli si è chiesto se e in quale misura i mecenati hanno a che vedere con la produzione musicale. Per risponderci ha scelto tre criteri:

1. il patronage: Morelli ha giustificato la sua scelta di questo termine, analizzando le diverse sfumature tra padrone, mecenate e committente. Ha quindi presentato la storiografia della nozione, sottolineando il lavoro di Hammond («the patronage is the way in which money is spent») e la riflessione di Claudio Annibaldi che presenta una teoria semio-antropologica del patronage musicale. Per far capire l’importanza dei legami invisibili che intervenivano, ha richiamato i lavori di Maria Antonietta Visceglia, Renata Ago, Laurie Nussdorfer e Mario Biagioli (secondo il quale il patronage è «an institution without walls»). Ha poi richiamato le principali caratteristiche di Roma «città»: una corte unica, sede di un doppio potere, politico e religioso, con una grande forza di attrazione, dove si potevano ottenere rendite ecclesiastiche o i titoli nobiliari.

2. la carriera: i musicisti dovevano fare la loro strada nella galassia di corti che era Roma. Per riuscire a «crescere», ovvero a elevarsi socialmente, dovevano essere cortigiani e servire uno o anche più padroni. Si veda il caso di Orazio Michi presso il cardinale Montalto, di Lelio Colista presso Flavio Chigi, di Domenico Mazzochi presso gli Aldobrandini, di Bernardo Pasquini presso i Borghese. Morelli mostra che tutti i musicisti importanti avevano una carica alla corte papale. Ma come si entrava in contatto con i grandi? Per questo era necessario avere un mediatore (un broker). Ciò era ancor più vero per le donne, che avevano necessità di essere protette da un patronage per difendere la loro reputazione.

3. la nazione: designa il luogo di origine (dove si nasce), ma anche una delle comunità forestiera o straniere, presenti sotto forma di confraternite nella corte romana, da cui proviene la famiglia. La nazione aveva un’importanza fondamentale nella creazione di rapporti e di relazioni quando si arrivava nella città. Era talvolta il trampolino da cui avviare una carriera. Per comprendere la carriera di un musicista a Roma è necessario dunque portare in luce tutti questi legami invisibili e tener presente il fatto che i musicisti potessero svolgere anche altre attività o godere delle rendite di una carica civile o ecclesiastica.

 

 

Dibattito

– Dovremmo fare l’elenco delle confraternite a Roma per avere un’idea completa delle diverse nazioni e per vedere come erano percepite.


– Non era assolutamente possibile fare carriera senza un padrone. Non esisteva all’epoca la nostra idea di «libera professione».


– Quando un ambasciatore doveva scegliere artisti, faceva attenzione alla nazione di questi artisti? Per esempio uno che prendeva al suo servizio francesi poteva anche prendere spagnoli o cercava di evitare il rischio di conflitto tra le diverse nazioni?


– A proposito del mediatore va osservato che un personaggio di rango inferiore, ma inserito in un ruolo di maggiore influenza, poteva essere più efficace di un altro pur di rango superiore.


– Analisi delle ragioni che portavano i musicisti stranieri a recarsi a Roma: c’è da chiedersi se venissero per ragioni strettamente connesse alla musica oppure per ragioni di altra natura?

Kontakt

Anne-Madeleine Goulet

Centre d’études supérieures de la Renaissance

59 rue Néricault-Destouches

BP 12050

F-37020 TOURS Cedex 1

anne-madeleine.goulet(at)univ-tours.fr

 

Prof. Dr. Gesa zur Nieden

Universität Greifswald

Institut für Kirchenmusik und Musikwissenschaft

Bahnhofstr. 48/49

D-17489 Greifswald

Tel.: 0049-3834-420-3522

gesa.zurnieden(at)uni-greifswald.de

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